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Darkness Visible- Progetto audiovisivo

DARKNESS VISIBLE
“Per quanto è dato agli angeli distendere lo sguardo, egli subito osserva quell’aspro e pauroso e desolato luogo, quella prigione orribile e attorno fiammeggiante, come una grande fornace, e tuttavia da quelle fiamme nessuna luce, ma un buio trasparente, una
tenebra nella quale si scorgono visioni di sventura, regioni di dolore e ombre d’angoscia, e il riposo e la pace non vi si troveranno, né mai quella speranza che ogni cosa solitamente penetra; e solo una tortura senza fine urge perenne, e un diluvio di fiamme nutrito di zolfo sempre ardente, mai consunto.”

Così William Styron, autore del libro “Un’oscurità invisibile” descrive la sua condizione emotiva durante la depressione. Una discesa agli inferi e un ritorno.
E’ stato questo libro di ispirazione per il tema di questo progetto. L'obiettivo è quello di esplorare l'immaterialità e l'intangibilità della malattia mentale. Oscurità e invisibile, due aggettivi contrapposti i punti chiave da cui partire. Da ciò si può esaminare il concetto di corpo su diverse prospettive. Corpo come entità sociale, simbolo naturale per pensare alle relazioni tra natura, società e cultura. “la paura mangia l’anima” è un’espressione usata da arabi e nordafricani per descrivere la loro condizione di immigrati.
Una vita piena di paura, una paura esistenziale di tutto e di tutti. Paura di un ambiente straniero e ostile, paura di non poter rivedere i propri cari, paura della solitudine, paura della morte, paura della povertà, paura di essere dimenticati, paura che nessuno ti amerà, paura di
un razzismo di Stato. Così l’uomo stabilisce una rottura con le relazioni umane e si ritira in un isolamento che restituisce il connubio tra natura, materia e uomo.
Ci si richiude in un bozzolo oscuro, come nel mito del parto delle divinità che avviene nel buio delle caverne.

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